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Da 401 a 450

Concorsi d'Italia > Lazio > Policlinico
 


401. LA LEGGE 43 DEL 2006 PREVEDE CHE PER L’ATTRIBUZIONE DELLE FUNZIONI DI COORDINAMENTO IL PROFESSIONISTA DEVE ESSERE IN POSSESSO

A.******  Del master in management o A.F.D. e cinque anni di esperienza nella categoria D

B. Solo del master in coordinamento o A.F.D.

C. Di maturata esperienza professionale e del master in coordinamento D. Del master in coordinamento o in alternativa della laurea magistrale

402. IL DPR 27 marzo 1969, n.128 definisce

A. ****Il minutaggio dell’assistenza per paziente nelle 24 ore

B. Il minutaggio dell’assistenza per ogni turno di lavoro

C. Il minutaggio dell’assistenza per tutti i degenti all’interno dell’Unità Operativa

D. Nessuna delle precedenti

403. LA LOGICA TOP DOWN NEL CALCOLO DEL CARICO DI LAVORO INFERMEIRISTICO SI BASA

A. ****sui tempi medi dedicati per ogni patologia o intervento, sui DRG, sulla base dello storico e sul budget
B. sulle diverse micro attività effettuate all’interno di ciascun processo assistenziale andando poi a sommare i tempi di ciascuna attività
C. sui tempi dedicati per ogni patologia e sullo storico

D. Nessuna delle precedenti

404. LA LOGICA BOTTON UP NEL CALCOLO DI LAVORO INFERMIERISTICO SI BASA

A. ****sulle diverse micro attività effettuate all’interno di ciascun processo assistenziale andando poi a sommare i tempi di ciascuna attività
B. sui tempi medi dedicati per ogni patologia o intervento, sui DRG, sulla base dello storico e sul budget
C. sui tempi dedicati per ogni patologia e sullo storico

D. sulle diverse attività e sui DRG

405. Alcuni strumenti del Governo Clinico sono:


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A. verifica delle attività cliniche, verifica degli imput, linee – guida, aggiornamento permanente, Risk Management
B. verifica delle attività cliniche, verifica degli outcome, linee guida, aggiornamento permanente

C. ****verifica delle attività cliniche, verifica degli outcome, linee guida, aggiornamento permanente,

Risk Management

D. verifica degli output, linee guida, aggiornamento permanente, Risk Management

406. Nell’ambito del Risck Management si definisce rischio clinico

A. ****la probabilità che un paziente sia vittima di un evento avverso, cioè subisca qualsiasi danno o disagio imputabile, anche se in modo involontario, alle cure mediche prestate durante il periodo di degenza, che causa un prolungamento del periodo di degenza, un peggioramento delle condizioni di salute o la morte ed un aumento della spesa economica

B. la probabilità che un paziente sia vittima di un evento sentinella, cioè subisca qualsiasi danno o disagio imputabile, anche se in modo involontario, alle cure mediche prestate durante il periodo di degenza, che causa un prolungamento del periodo di degenza, un peggioramento delle condizioni di salute o la morte ed un aumento della spesa economica
C. la probabilità che un paziente sia vittima di un evento avverso, cioè subisca qualsiasi danno o disagio imputabile, anche se in modo involontario, alle cure mediche prestate durante il periodo di degenza, che causa un prolungamento del periodo di degenza, un miglioramento delle condizioni di salute o la morte ed un aumento della spesa economica
D. Nessuna delle precedenti

407. Nel Risck Management vengono definiti “lapses”:

A. Gli errori d’esecuzione che si verificano a livello d’abilità

B. ****Errori d’esecuzione provocati da un fallimento della memoria

C. Errori non commessi durante l’esecuzione pratica dell’azione

D. Nessuna delle precedent

408. Nel Risck Management vengono definiti “mistake”:

A. Gli errori d’esecuzione che si verificano a livello d’abilità

B. ****Errori non commessi durante l’esecuzione pratica dell’azione

C. Errori d’esecuzione provocati da un fallimento della memoria

D. Tutte le precedenti

409. Il Risk Management è:

A. ****Un complesso di procedure organizzate per identificare, valutare e ridurre, laddove possibile, i rischi dei pazienti, dei visitatori, dei dipendenti e di tutta l’organizzazione.
B. Un complesso di procedure organizzate per identificare, valutare e ridurre, laddove possibile, i rischi dei soli pazienti.
C. Un complesso di procedure organizzate per identificare i rischi dei pazienti, dei visitatori, dei dipendenti e di tutta l’organizzazione.

D. Un complesso di procedure organizzate per ridurre, laddove possibile, i rischi dei pazienti, dei visitatori, dei dipendenti e di tutta l’organizzazione.

410. Nel Risck Management vengono definiti “slips”:

A. Errori d’esecuzione provocati da un fallimento della memoria

B. ****Gli errori d’esecuzione che si verificano a livello d’abilità

C. Errori non commessi durante l’esecuzione pratica dell’azione

D. Tette le precedenti

411. Il “Quasi Evento” è un:

A. ****accadimento che avrebbe potuto, ma non ha per fortuna, originato un evento

B. accadimento che ha dato un esito o aveva la potenzialità di darlo

C. danno causato dal trattamento sanitario piuttosto che dalle condizioni dell’utente


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D. danno causato dal trattamento terapeutico influenzato dalle condizioni del paziente

412. Nel Risck Management il diagramma a spina di pesce permette di:

A. Dettagliare, non necessariamente in sequenza, le cause primarie dalle secondarie e terziarie, possibilmente con categorie di errore predefinite

B. *****Dettagliare in sequenza le cause primarie dalle secondarie e terziarie, se possibile con le categorie di errore predefinite
C. Dettagliare in sequenza le cause secondarie, possibilmente con relative categorie di errori definiti

D. Nessuna delle precedenti

413. Nell’ambito del Risck management l’evento è un:

A. accadimento che avrebbe potuto, ma non ha per fortuna, originato un evento B. accadimento che ha originato un evento dannoso al paziente

C.  *****accadimento che ha dato un esito o aveva la potenzialità di darlo

D. danno causato dal trattamento sanitario piuttosto che dalle condizioni dell’utente

414. La tecnica Fmea è:

A. una tecnica specialistica per la indivgiduazione dei rischi di prodotto o di processo che permette l’analisi qualitativa e quantitativa dei rischi potenziali (i failure mode) per l’individuazione delle priorità di intervento
B. una tecnica specialistica per la valutazione preventiva dei rischi di prodotto o di processo che permette l’analisi dei rischi avvenuti (i failure mode) per l’individuazione delle priorità di intervento
C. ****una tecnica specialistica per la valutazione preventiva dei rischi di prodotto o di processo che permette l’analisi qualitativa e quantitativa dei rischi potenziali (i failure mode) per l’individuazione delle priorità di intervento

D. una tecnica specialistica per la valutazione preventiva dei rischi clinici e permette l’analisi qualitativa e quantitativa dei rischi potenziali (i failure mode) per l’individuazione delle priorità di intervento

415. l’Evento avverso è un:

A. accadimento che ha dato un esito o aveva la potenzialità di darlo

B. danno che avrebbe potuto originare un evento causato dalla complessità organizzativa

C. accadimento che avrebbe potuto, ma non ha per fortuna, originato un evento

D. *****danno causato dal trattamento sanitario piuttosto che dalle condizioni dell’utente

416. Il Modello Reason prevede che

A. Gli errori non sono conseguenze dell’agire organizzato, è necessario avere un “approccio sistematico all’errore”, deve esserci la “consapevolezza collettiva della possibilità di sbagliare”, l’organizzazione deve partire dal presupposto che gli errori sono inevitabili
B. Gli errori sono conseguenze dell’agire organizzato, ma non è necessario avere un “approccio sistematico all’errore”, deve invece esserci la “consapevolezza collettiva della possibilità di sbagliare” e l’organizzazione deve partire dal presupposto che gli errori sono inevitabili

C. *****Gli errori sono conseguenze dell’agire organizzato quindi è necessario avere un “approccio sistematico all’errore”, deve esserci la “consapevolezza collettiva della possibilità di sbagliare” e l’organizzazione deve partire dal presupposto che gli errori sono inevitabili

D. Gli errori sono conseguenze dell’agire organizzato quindi è necessario avere un “approccio sistematico all’errore”, avendo la “consapevolezza collettiva della possibilità di sbagliare” ma l’organizzazione non deve partire dal presupposto che gli errori sono inevitabili

417. Potenziali occasioni di “Loss” sono:

A. Perdite economiche conseguenti ad azioni legali e reclami, danni ad attrezzature o immobili, danno dell’immagine aziendale o della reputazione professionale
B. Perdite economiche conseguenti ad azioni legali e reclami, danni ad attrezzature o immobili, Incidenti, lesioni, malattie o morte di persone


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C. ****Perdite economiche conseguenti ad azioni legali e reclami, danni ad attrezzature o immobili, Incidenti, lesioni, malattie o morte di persone, danno dell’immagine aziendale o della reputazione professionale

D. Danni ad attrezzature o immobili, Incidenti, lesioni, malattie o morte di persone, danno dell’immagine aziendale o della reputazione professionale

418. L’analisi proattiva

A. ****Mira all’individuazione ed eliminazione delle criticità del sistema prima che l’incidente si verifichi ed è basata sull’analisi dei processi che costituiscono le attività; ne individua i punti critici con l’obiettivo di progettare sistemi sicuri

B. Prevede uno studio a posteriori degli incidenti ed è mirata ad individuare le persone che hanno permesso il loro verificarsi
C. Prevede uno studio a posteriori degli incidenti ed è mirata ad individuare le cause che hanno permesso il loro verificarsi nonché gli attori del sistema
D. Mira all’individuazione ed eliminazione delle criticità del sistema a prescindere che lo stesso si sia o no verificato; non ha purtroppo l’opportunità di individuare i punti critici dell’organizzazione

419. Gli strumenti dell’analisi reattiva sono:

A. Utilizzo di dati amministrativi ed informativi, review, root causes analysis

B. ****Incident reporting, utilizzo dei dati amministrativi ed informativi, review, root causes analysis

C.  Incident reporting, root causes analysis e Fmea

D. Incident reporting, utilizzo dati amministrativi ed informativi, review, root causes analysis e Fmea

420. L’identificazione del rischio avviene attraverso:

A. Incident Reporting E Gestione dei reclami e dei risarcimenti

B. Incident Reporting , Screening e Revisione cartelle cliniche , Uso di dati amministrativi (SDO), Gestione dei reclami e dei risarcimenti, valutazione del personale

C. *****Incident Reporting , Screening e Revisione cartelle cliniche , Uso di dati amministrativi (SDO),

Gestione dei reclami e dei risarcimenti

D. Screening e Revisione cartelle cliniche , Uso di dati amministrativi (SDO), Gestione dei reclami e dei risarcimenti

421. Nell’analisi del rischio si utilizzano le metodiche proattive e reattive ovvero:

A. FMEA – FMECA, Root cause analysis e Incedent reporting

B. FMEA – FMECA, Root cause analysis e analisi dei dati statistici

C. ****FMEA – FMECA e Root cause analysis

D. Root cause analysis e analisi delle variabili organizzative

422. L’analisi reattiva:

A. Mira all’individuazione ed eliminazione delle criticità del sistema prima che l’incidente si verifiche ed è basata sull’analisi dei processi che costituiscono le attività. Ne individua i punti critici con l’obiettivo di progettare sistemi sicuri

B. *****Prevede uno studio a posteriori degli incidenti ed è mirata ad individuare le cause che hanno permesso il loro verificarsi
C. Prevede uno studio a priori degli incidenti ed è mirata ad individuare le cause che hanno permesso il loro verificarsi
D. Nessuna delle precedenti

423. La scheda di incident reporting viene definita:

A. Metodica opzionale di segnalazione spontanea di eventi indesiderati, finalizzata alla rilevazione di criticità del sistema, o delle procedure
B. Metodica standardizzata di segnalazione spontanea di eventi desiderati, finalizzata alla rilevazione di criticità del sistema, o delle procedure



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C. ****Metodica standardizzata di segnalazione spontanea di eventi indesiderati, finalizzata alla rilevazione di criticità del sistema, o delle procedure

D. Nessuna delle precedenti

424. La scheda di incident reporting deve contenere:

A. *****luogo di accadimento, persone coinvolte, persone che hanno individuato l’evento, gravità dell’evento
B. luogo di accadimento, persone coinvolte, persone che hanno individuato l’evento, nome del professionista
C. persone coinvolte, persone che hanno individuato l’evento, gravità dell’evento

D. Nessuna delle precedenti

425. LA Root Cause Analysis è

A. È uno strumento di carattere prospettico, che parte da un “problema”, sia esso un evento o un evento avverso, e consente di identificare le “cause alla radice” che possono aver generato il problema.
B. È uno strumento di carattere retrospettivo, che parte da un evento avverso, e consente di identificare le “cause alla radice” che possono aver generato il problema.

C. ****È uno strumento di carattere retrospettivo, che parte da un “problema”, sia esso un evento o un evento avverso, e consente di identificare le “cause alla radice” che possono aver generato il problema

D. Nessuna delle precedenti

426. Nella cateterizzazione vescicale intermittente a domicilio, le recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato che la tecnica sterile:

A. riduce del 50% il tasso di infezione del tratto urinario

B. Riduce del 30% il tasso di infezione del tratto urinario

C. ****non riduce il tasso di infezione del tratto urinario

D. Nessuna delle precedenti

427. Le linee guida del 1999 del CDC di Atlanta in merito alla tricotomia pre-operatoria del capo, raccomandano:

A. di non eseguirla, se l’intervento è elettivo

B. *****di eseguirla appena prima dell’intervento e con rasoio elettrico per evitare che i peli entrino nella ferita
C. di eseguirla sempre

D. Di eseguirla appena prima dell’intervento con crema depilatoria per evitare che i peli entrino nella ferita

428. La ricerca sulla prevenzione delle infezioni delle ferite chirurgiche ha dimostrato che la tricotomia:

A. non è necessaria

B. deve essere preceduta da un tampone antisettico

C. ****va praticata 30 minuti prima dell’intervento

D. Va praticata la sera prima dell’intervento

429. La prevenzione secondaria consiste:

A. *****nella diagnosi precoce di una malattia

B. nel supporto terapeutico e psichico del paziente portatore di malattia cronica

C. nella rimozione dei fattori di rischio ambientali

D. Nessuna delle precedenti

430. Lo studio della bibliografia nel disegno della ricerca:

A. dipende dall’esigenza del ricercatore

B. ****è sempre necessario


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C. dipende dal modello di ricerca utilizzato

D. Solo se la ricerca è quantitativa

431. L’Evidence Based è un movimento di pensiero che prevede:

A. l’utilizzo dei risultati delle ricerche scientifiche effettuate dai professionisti sanitari B. la revisione delle attività scientifiche alla luce dei protocolli
C.  L’utilizzo dei risultati delle ricerche effettuate in ambito clinico

D. *****la revisione delle attività alla luce dei risultati di studi controllati 432. La sequenza logica delle fasi del processo di nursing è:
A. diagnosi – pianificazione – accertamento – attuazione – valutazione

B. accertamento – pianificazione – diagnosi – attuazione – valutazione

C. ****accertamento – diagnosi – pianificazione – attuazione – valutazione

D. Accertamento – diagnosi – pianificazione – attuazione – direzione

433. La terapia palliativa ha come obiettivo:

A. ****il miglioramento della qualità della vita

B. la guarigione clinica del paziente

C. la possibilità di evitare una terapia chirurgica

D. Nessuna delle precedenti

434. L’infermiere di medicina trasfusionale nell’ambito delle proprie competenze può:

A. impostare trattamenti terapeutici senza l’autorizzazione o le disposizioni del medico

B. ****procedere alla terapia trasfusionale in presenza del medico o quando è facilmente reperibile

C.  lasciare solo il donatore durante il prelievo

D. Procedere alla terapia trasfusionale anche in assenza del medico

435. Un infermiere a cui viene richiesto di eseguire una pratica della quale NON ha esperienza deve:

A. *****chiedere la consulenza di una persona competente

B. effettuare la pratica

C. informare il paziente della sua inesperienza

D. Rifiutarsi di eseguirla

436. La Legge del 26 febbraio 1999 n. 42 “Disposizioni in materia di professioni sanitarie” contiene:

A. detta norme sul comportamento deontologico degli infermieri

B. regolamenta la formazione post base nelle università per le professioni infermieristiche ed ostetriche

C. regolamenta la formazione nelle università per le professioni infermieristiche ed ostetriche

D. *****l’abrogazione del DPR 225/74 e definisce gli ambiti delle competenze professionali degli infermieri

437. Il decreto 14 settembre 1994, n. 739 definisce la figura dell’infermiere come l’operatore sanitario che:

A. in possesso del diploma regionale abilitante e dell’iscrizione all’albo professionale è responsabile dell’assistenza generale infermieristica
B. in possesso del diploma universitario abilitante o della laurea in infermieristica, è responsabile dell’assistenza generale infermieristica

C. *****in possesso del diploma universitario in scienze infermieristiche e dell’iscrizione all’albo professionale è responsabile dell’assistenza generale infermieristica
D. in possesso del diploma universitario in scienze infermieristiche ed ostetriche e dell’iscrizione all’albo professionale è responsabile dell’assistenza generale infermieristica

438. L’educazione sanitaria a differenza dell’informazione sanitaria:

A. si limita a raggiungere la popolazione con validi canali informativi

B. utilizza i mass-media come fonte informativa

C. *****tende a modificare atteggiamenti e comportamenti


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D. Nessuna delle precedenti

439. I bisogni fondamentali dell’uomo identificati da V. Henderson nella sua teoria sono:

A. 12

B. 15

C.  ****14

D. 11

440. Indicare la teorica dell’assistenza infermieristica che parla del concetto di “self care”:

A. Virginia Henderson

B. ****Dorothea Orem

C.  Suor Callista Roy

D. Florence Nitghel

441. Per “profilo di cura” si intende:

A. un piano di cura interdisciplinare creato per rispondere ai problemi diagnostici e clinici di gruppi di pazienti
B. un piano di cura creato per rispondere al profilo psicologico di gruppi di pazienti C. la continuità assistenziale tra strutture ospedaliere e strutture territoriali
D. nessuna delle precedenti

442. Secondo il profilo professionale, l’assistenza infermieristica è:

A. preventiva, curativa, educativa e riabilitativa

B. *****preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa

C. curativa, riabilitativa, palliativa e di area critica

D. Nessuna delle precedenti

443. La formazione unicamente universitaria delle professioni infermieristiche, tecniche e della

riabilitazione è disposta:

A. *****dal D.Lgs. del 30 dicembre 1992 N. 502

B. dalla Legge del 19 dicembre 1990 N. 341

C. dal D.M. del 14 settembre 1994 N. 739

D. Nessuna delle precedenti

444. Il Codice Deontologico della professione infermieristica contiene il:

A. profilo professionale

B. mansionario

C. *****patto infermiere-cittadino

D. Carta dei servizi

445. L’organo ufficiale di stampa della Federazione Nazionale dei Collegi IP.AS.VI. è:

A. Infermiere Oggi

B. *****L’infermiere

C. Infermiere e salute

D. Infermiere e ricerca

446. Nella tricotomia per ridurre le infezioni post-chirurgiche:

A. *****il clipper va preferito alle creme depilatorie

B. le creme depilatorie vanno preferite al clipper

C. Indifferentemente si utilizza clipper o creme depilatorie

D. Nessuna delle precedenti

447. Un fattore di rischio di una malattia è:

A. sempre presente in individui affetti da quella malattia


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B. indispensabile per lo sviluppo della malattia

C. *****a volte presente in individui affetti da quella malattia

D. presente in individui affetti da quella malattia

448. Le dimensioni della salute sono:

A.  *****fisica, psichica, emotiva, relazionale, spirituale, sociale

B. fisica, psichica, emotiva, relazionale, spirituale, territoriale C. fisica, psichica, emotiva, relazionale, religiosa, sociale
D. Fisica, psichica, emotiva, relazionale, spirituale, territoriale

449. La cartella infermieristica è uno strumento:

A. per la raccolta dati anamnestici

B. che raccoglie tutte le informazioni sul paziente

C. ***** di raccolta di informazioni che il modello concettuale indica come essenziali

D. Per la raccolta dei dati clinici

450. Il modello assistenziale caratterizzato da un team infermieristico a cui vengono assegnati un piccolo gruppo di pazienti, in cui il lavoro è basato sulla pianificazione e l’integrazione prende il nome di:

A. modello tecnico o per compiti

B. *****modello per piccole équipe

C. modello primary care

D. Nessuna delle precedenti

 
 
 
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